A chi fa bene l’odio verbale?
Rossella Angiolini, esponente del centro destra e presidente della Commissione pari opportunità della Provincia di Arezzo (nonché candidata nel 2006 per la città), ha pubblicato il post su Facebook che vedete nella foto. A seguito dell’unanime (o quasi) condanna delle parole utilizzate, l’Angiolini ha deciso di dimettersi dalla sua carica.
Pari opportunità, diritti delle donne. Di tutte le donne, anche delle prostitute, che sono sempre donne.
L’improvvida uscita della politica toscana induce a tante riflessioni. Provo a sollevarne tre.
La prima, inevitabile, riguarda il senso istituzionale che dovrebbe essere mantenuto, sempre, da parte di personaggi pubblici, anche quando, come nel caso in questione, il messaggio sia destinato alla propria cerchia di “amici” e di follower.
La seconda, strettamente concatenata alla prima, attiene al linguaggio adottato. L’abbinamento delle donne al meretricio, l’insegnamento che diamo ai più giovani.
Se la nostra classe politica si esprime con queste associazioni, come potremo rimproverare i nostri figli quando daranno della (pardon my french) puttana alla professoressa che li rimprovera?
La terza e ultima, ma molte altre ve ne sarebbero: a chi giova questa violenza verbale? Chi si avvantaggia di questa eterna contrapposizione destra/sinistra, anche sulle emergenze sociali, che non dovrebbero ammettere distinzioni politiche, come il femminicidio?