TEMU viola il Digital Services Act?
La Commissione europea ha annunciato in via preliminare di aver riscontrato violazioni del Digital Services Act (DSA) da parte di Temu, la popolare piattaforma di e-commerce cinese. Le contestazioni riguardano in particolare l’insufficiente controllo sull’offerta di prodotti illegali e la mancata adozione di misure adeguate per garantire un ambiente online sicuro e trasparente per gli utenti. Questa mossa segna un’importante svolta nell’applicazione del DSA, che punta a responsabilizzare le grandi piattaforme digitali, soprattutto quelle con un impatto sistemico sul mercato europeo.
Temu e la designazione come Very Large Online Platform (VLOP)
A partire da giugno 2024, Temu è stata classificata come “Very Large Online Platform” (VLOP), poiché raggiunge oltre 45 milioni di utenti attivi mensili nell’Unione europea. Questa designazione comporta obblighi rafforzati rispetto a piattaforme più piccole, tra cui l’obbligo di valutare e mitigare i rischi sistemici, la trasparenza degli algoritmi, e una maggiore cooperazione con le autorità nazionali.
Secondo la Commissione, Temu non ha adottato misure sufficienti per impedire la diffusione di prodotti illegali, tra cui articoli pericolosi per la salute o la sicurezza dei consumatori europei, beni contraffatti e prodotti che violano diritti di proprietà intellettuale. Il DSA impone ai VLOP di adottare sistemi efficaci per la rimozione tempestiva di contenuti o beni illeciti segnalati dagli utenti o dalle autorità, oltre che strumenti preventivi basati sull’analisi dei rischi.
Le principali violazioni contestate
Nel dettaglio, la Commissione ha identificato le seguenti presunte violazioni:
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Meccanismi di segnalazione inefficaci: Temu non offrirebbe agli utenti e alle autorità strumenti chiari e facilmente accessibili per segnalare la presenza di prodotti illegali. Questo ostacola la capacità di rimuovere tempestivamente contenuti dannosi.
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Mancanza di trasparenza sugli inserzionisti: Secondo il DSA, i marketplace devono garantire la tracciabilità dei trader e fornire informazioni accurate su chi vende un determinato prodotto. Temu non garantirebbe una sufficiente trasparenza sull’identità e l’affidabilità dei venditori terzi.
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Inadeguata valutazione e mitigazione dei rischi sistemici: La piattaforma non avrebbe condotto una valutazione adeguata dei rischi per i consumatori europei, in particolare per quanto riguarda la diffusione di prodotti pericolosi o non conformi alle normative UE.
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Assenza di misure per la tutela dei minori e degli utenti vulnerabili: La Commissione rileva che la piattaforma non ha implementato strumenti efficaci per proteggere le fasce più deboli della popolazione, come richiesto dal DSA.
Le prossime tappe del procedimento
L’apertura del procedimento non implica una decisione definitiva, ma consente alla Commissione di acquisire ulteriori informazioni, eventualmente convocare l’azienda per un’audizione, e valutare se imporre misure correttive o sanzioni amministrative. In caso di accertata violazione, il DSA consente di imporre multe fino al 6% del fatturato globale annuo dell’impresa.
Temu avrà ora l’opportunità di presentare osservazioni e documentazione integrativa, per dimostrare di aver ottemperato agli obblighi normativi o per proporre un piano di adeguamento. Tuttavia, la Commissione ha già segnalato che il livello di cooperazione iniziale da parte della piattaforma è stato “limitato”, e che eventuali inadempienze persistenti potrebbero portare a misure più severe, incluso il blocco temporaneo di alcuni servizi nell’Unione.
Un segnale politico oltre che giuridico
Questo intervento rientra in una più ampia strategia dell’UE volta a rafforzare il controllo sulle piattaforme digitali extraeuropee che operano nel mercato interno senza una presenza fisica significativa. Temu, come Shein e altri operatori asiatici, ha guadagnato rapidamente quote di mercato grazie a prezzi estremamente competitivi, ma anche con pratiche che sollevano interrogativi in materia di sicurezza dei consumatori, rispetto delle regole doganali e tutela della proprietà intellettuale.
Il caso Temu rappresenta un banco di prova cruciale per l’efficacia del DSA e per la credibilità dell’UE come regolatore globale dell’economia digitale. La Commissione ha ribadito che tutte le piattaforme, indipendentemente dalla loro origine geografica, devono rispettare le regole europee, a tutela dei diritti fondamentali degli utenti, della concorrenza leale e della sicurezza del mercato unico.
In attesa degli sviluppi del procedimento, l’azione della Commissione rappresenta già un messaggio forte e chiaro: il tempo dell’autoregolazione è finito, e il rispetto delle regole è condizione imprescindibile per operare nell’ecosistema digitale europeo.