La tutela giuridica degli User Generated Content
Il saggio affronta uno dei temi più delicati degli ultimi anni, quello della tutela giuridica dei c.d. contenuti generati dagli utenti (o User Generated Content, in inglese).
Il testo, con uno sguardo all’esperienza statunitense e a quella canadese, prova a tracciare la strada da percorrere affinché il diritto d’autore possa continuare a rappresentare lo strumento più appropriato per soddisfare le necessità degli autori e degli utenti, in considerazione dei cambiamenti che la tecnologia ha ingenerato nei meccanismi di creazione e distribuzione delle opere.
L’opera è suddivisa in quattro capitoli: il primo è dedicato all’analisi sociale e culturale del fenomeno dei contenuti generati dagli utenti, cerando in primo luogo di giungere a una loro compiuta definizione.
Il secondo è dedicato all’analisi della normativa comunitaria e nazionale in materia di opere derivate e di eccezioni e limitazioni alle privative autoriali: in particolare, l’Autore si sofferma sulla capacità del’attuale impianto normativo di salvaguardare la legalità dei contenuti generati dagli utenti e di agevolare ulteriori condotte creative.
Il terzo capitolo prende in considerazione, da un lato, l’ordinamento statunitense, soffermandosi in particolare sulla clausola contenuta nella section 107 del Copyright Act nota come “fair use”, e dall’altro, l’ordinamento canadese con riferimento alla c.d. UGC exception introdotta dal Copyright Modernization Act del 2012 che ha aggiornato il Copyright Act del 1997.
Le disposizioni sopra richiamate sono analizzate dall’Autore dal punto di vista delle elaborazioni creative abilitate dalle tecnologie informatiche al fine di verificare se e in quale misura costituiscano valido strumento giuridico per la tutela delle nuove forme di espressività.
Il quarto capitolo, infine, indaga gli scenari futuri, per comprendere come sia possibile incrementare la creatività e l’innovazione, mantenendo al contempo un’adeguata tutela dello sforzo creativo.
Sono state analizzate le best practise rappresentate dalle c.d. licenze libere del mondo del software open source e dalle licenze creative commons per ciò che concerne le opere dell’ingegno tradizionali.
L’Autore dà conto, altresì, dello sforzo compiuto da importanti multinazionali dell’industria videoludica nell’adozione di licenze che consentono maggiori libertà creative agli utenti, nella consapevolezza che tale approccio determina una migliore propensione al consumo.
Ulteriore tematica trattata è stata quella della ridefinizione del concetto di pubblico dominio, allargandone i confini e ricomprendendovi quelle opere che, pur essendo ancora “under copyright”, siano liberamente riproducibili e riutilizzabili da terzi in forza di uno specifico accordo di licenza alle stesse associate.
L’autore, Marco Scialdone, è avvocato e docente di diritto e mercati dei contenuti e dei servizi online presso l’Università Europea di Roma. Dottore di ricerca in categorie giuridiche e tecnologia e fellow dell’Accademia Italiana del Codice di Internet.