[UPDATE] Servizi di geolocalizzazione: uso illecito ed uso personale.
Le preoccupazioni.
Lo sfruttamento illecito dei dispositivi di geolocalizzazione ha destato, come è giusto che sia, preoccupazioni crescenti tanto tra gli addetti ai lavori, quanto tra i consumatori; del resto, ne avevamo già tracciato punti di forza e criticità in un focus di dicembre.
In quella sede avevamo sottolineato le vulnerabilità di questa tecnologia, pur senza negarne le enormi potenzialità in termini di utilità; tuttavia, a pochi giorni di distanza da quel report (il 26 dicembre 2021), il democratico e membro della Camera dei rappresentanti del Pennsylvania John Galloway ha reso pubbliche le sue preoccupazioni in merito al tema, chiedendo l’intervento legislativo.
La proposta condannerebbe qualsiasi uso degli strumenti di geolocalizzazione (si fa riferimento agli AirTag, ma la misura colpirà tutti i dispositivi che sfruttano le medesime funzionalità), ad esclusione di quello personale: per meglio comprendere le dinamiche sottese alla proposta, il politico ha affermato che: ”My legislation would protect Pennsylvanians by making sure that this unwarranted act is addressed by updating our Crimes Code to prohibit someone from tracking one’s location or their belongings without consent”.
I timori esternati dalle sue dichiarazioni sono pressoché sovrapponibili a quelli più volte menzionati nei numerosi interventi e contributi della comunità scientifica e di quella laica, dimostrando che le preoccupazioni hanno raggiunto anche gli organi di governo. Come spesso accade, non tarderanno ad arrivare neppure le posizioni di altri Stati e quella della multinazionale con sede a Cupertino.
Gli sviluppi.
Come già detto nel contributo di dicembre, Apple ha dotato i propri AirTag di un piccolo altoparlante che, ad intervalli regolari, emette un suono d’allarme al fine di poter localizzare il dispositivo ed avvertire chi vi si trovi nelle vicinanze della sua presenza; tuttavia, tale rimedio è apparso inefficace in alcuni casi.
Apple, poi, ha implementato le funzionalità del dispositivo, riducendo l’intervallo tra un avviso acustico e l’altro, proprio per rendere meno occultabile il geolocalizzatore.
Nelle scorse settimane abbiamo registrato un sensibile aumento dell’offerta di AirTag modificati ad hoc e sprovvisti di segnale acustico, così come sono apparsi sul web numerosissimi tutorial finalizzati a spiegare, step-by-step, l’esatta procedura di manomissione dei dispositivi di geolocalizzazione.
“Come una rondine non fa primavera […]”.
Da “Etica Nicomachea” di Aristotele impariamo che: “come una rondine non fa primavera, né la fa un solo giorno di sole, così un solo giorno o un breve spazio di tempo non fanno felice nessuno” ed è proprio questo il punto dell’update: la tutela della privacy non può vivere – come di fatto non vive – di oasi nel deserto, ma abbisogna di larga applicazione e di continuo aggiornamento.
Per assecondare questa filosofia, tuttavia, è indispensabile l’intervento equilibrato del legislatore: un intervento costante ed adattivo fatto di aggiornamenti ragionati e non emergenziali, soprattutto se finalizzati alla persecuzione in sede penale delle condotte.
Non v’è dubbio che lo sfruttamento illecito dei dispositivi di trattamento rappresenti ex se una violazione intollerabile dei diritti dei consociati, così come è innegabile che la sua persecuzione sia doverosa e giustificata in nome della privacy.
Antonio Allocca.