Euro digitale: apertura della BCE alla blockchain
L’audizione al Parlamento europeo.
Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo, ha rappresentato la posizione del Comitato alla presentazione del rapporto sull’euro digitale. Secondo quanto riportato “un euro digitale sarebbe un simbolo digitale del progresso e dell’integrazione in Europa”.
In realtà, la Cina ha già intrapreso studi e consultazioni in vista del rilascio di uno Yuan digitale e potrebbero servire tra i cinque ed i dieci anni per giungere alla capillarizzazione dello strumento sul territorio (oltre allo sforzo tecnico di creazione e gestione di questo progetto monetario, molte aree sono fortemente rurali e non dispongono delle infrastrutture minime per sfruttare al meglio gli strumenti digitali).
Perché l’euro digitale è cosa diversa dalle criptovalute?
La prima crypto a cui il pubblico medio potrebbe pensare, parlando di euro digitale, è probabilmente il bitcoin. Bitcoin, però, è spendibile solo al di fuori dei circuiti “tradizionali” (fatta eccezione per El Salvador, che l’ha adottata come moneta avente corso legale sul territorio dello Stato).
La volatilità delle criptovalute ha fatto sorgere la necessità di sviluppare altresì delle crypto ccdd. “stablecoin”, stabili ed impermeabili alla volatilità, ancorate al valore delle monete tradizionali. In sostanza esistono già delle copie del dollaro digitale [Tether (USDT), USD-Coin], così come dell’euro [Statis Euro (EURS)] e così via per le maggiori monete mondiali.
Perché istituire l’euro digitale, se esistono già monete che raggiungono il medesimo scopo?
Le stablecoin di cui abbiamo appena parlato, però, non sono emesse da una Banca Centrale, pertanto non hanno le medesime garanzie. È la stessa BCE che lo sottolinea, a proposito di rapporto tra cryptovalute ed euro digitale: “non sono emessi da un’autorità pubblica centrale. E non godono della stessa fiducia riposta in una moneta ufficiale come l’euro, che è garantito dalle banche centrali dei paesi dell’area dell’euro. Come custodi della moneta unica, lavoriamo per garantire il tuo diritto di pagare in euro e per preservare il suo valore”.
Non potendo sempre (o, in realtà, quasi mai) pagare in bitcoin, l’unica soluzione che l’utente ha per spendere la moneta è convertirla in una moneta “FIAT” (moneta avente corso legale) e prelevarla tramite bonifico.
L’euro digitale, quindi, risolve questo problema e porta sulla blockchain una moneta che, per esser spesa, non necessita di essere convertita.
La portata dell’euro digitale: spendibilità e privacy.
L’ingresso dell’euro digitale sulla blockchain assicura maggior: a) privacy; b) sicurezza della transazione; c) velocità; d) risparmio sui costi di transazione.
Questi quattro aspetti rappresentano tra i maggiori punti di forza delle crypto sin dalla loro prima apparizione (un utente ha trasferito 2 miliardi di dollari in bitcoin al costo di 78 centesimi).
A differenza delle canoniche operazioni bancarie (che hanno principalmente due modalità: immediata, oppure in 3-5 giorni lavorativi), le transazioni su blockchain prevedono tempistiche che vanno da una manciata di secondi a circa un’ora e l’utente può scegliere la velocità con la quale desidera processare la propria operazione.
Così come la privacy è rafforzata, giacché ogni wallet è dotato di due chiavi: una pubblica (indirizzo formato da lettere e numeri non riconducibili all’identità diretta del proprietario) ed una privata (per accedere al wallet).
La sicurezza della transazione è sottoposta al consenso della rete, pertanto vengono effettuate diverse validazioni che accertano la presenza del saldo sul wallet di partenza ed il suo “spostamento” sul wallet di destinazione. Tale sistema, pertanto, concede di inviare monete per valore solo pari od inferiore a ciò che si detiene e null’altro.
Come si traduce tutto ciò all’euro digitale?
L’euro digitale avrà lo scopo di agevolare i pagamenti nel consumo quotidiano dei cittadini, permettendo l’emissione di moneta direttamente dalla BCE nel wallet degli europei, senza l’intermediazione dell’istituto bancario.
La differenza tra i pagamenti tramite circuito Bancomat/carte di credito ed il sistema dell’euro digitale è che nei primi due casi vi è un rapporto di credito/debito tra consumatore ed istituto bancario, mentre nel caso dell’euro digitale l’utente acquista la valuta dalla BCE e ne ha immediata disponibilità sul proprio wallet tramite blockchain. Sempre tramite blockchain potrà emettere il pagamento in favore del commerciante.
Una scelta, quella della BCE, in favore dell’innovazione che permette ai cittadini europei (consumatori ed imprese) di integrarsi al meglio (lo si spera) con i nuovi strumenti di pagamento.
Antonio Allocca.